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Dove allevare: requisiti del terreno. Le lumache non sono esigenti in termini di terreno: si può fare elicicoltura su qualsiasi substrato, da evitare solo terreni troppo compatti: importanti ristagni d’acqua potrebbero far annegare i molluschi. Un terreno calcareo è da preferirsi: il calcio è utile alle lumache per costruire il guscio. L’allevamento avviene tranquillamente all’aperto, il clima italiano permette la vita delle chiocciole senza richiedere serre o coperture. Ci sono aziende elicicole che preferiscono comunque tenere le lumache al coperto per non doversi preoccupare degli agenti climatici, i costi risultano però decisamente superiori.
Quali lumache allevare. L’elicicoltura è rivolta all’allevamento di chiocciole, si escludono quindi le limacce. Ci sono diverse razze di questo gasteropode, ognuna ha diverse caratteristiche. L’importante è scegliere una razza adatta al clima, che garantisca individui resistenti e produttivi. Le lumache più diffuse negli allevamenti sono la cornu aspersum e la helix pomatia (lumaca della Borgogna), sono esemplari di buone dimensioni dalla carne rinomata. La Borgognona è scelta per le grandi dimensoni, la cornu aspersum per la maggior velocità di crescita e riproduzione.
Metodo di allevamento. Il sistema tradizionale per allevare le lumache prevede di tenerle in due aree distinte: quella dedicata alla riproduzione dove i nostri gasteropodi si moltiplicano e quella di allevamento dove le chiocciole crescono e ingrassano. In alternativa si può anche decidere di avere un’unica vasca di allevamento, in cui si svolge tutto il ciclo vitale.
Elicicoltura da reddito. Guadagnare allevando lumache è possibile, l’elicicoltura è individuata da molti giovani aspiranti imprenditori come uno dei possibili settori in cui crearsi un lavoro. Bisogna sapere però che è un’attività che necessita di un buon bagaglio di conoscenze e di molto lavoro per arrivare a essere redditizia. Come tutti i lavori agricoli anche l’allevamento delle chiocciole è un’attività faticosa e non banale, chi insegue il miraggio di un facile guadagno rischia di perdere tempo e investimento iniziale. Rispetto ad altre attività dello stesso settore, ad esempio la lombricoltura, le lumache richiedono un investimento iniziale maggiore, per la costruzione di recinzioni, l’acquisto di riproduttori e altre attrezzature. Non si parla comunque di cifre astronomiche, chi volesse dedicarsi seriamente all’elicicoltura di professione può farlo, potete approfondire leggendo l’articolo su costi e ricavi dell’allevamento di chiocciole. Il consiglio che mi sento di dare a chi pensa di lanciarsi in questa avventura è quello di fare una prima sperimentazione a livello hobbistico, con un allevamento di piccola dimensione, crescere gradualmente con esperienza. Consiglio anche di non limitarsi a fare un corso (in genere pagando una cifra elevata) ma piuttosto girare per allevamenti e conoscere vari produttori, apprendendo diversi metodi prima di decidere il proprio. Può essere utile anche farsi guidare da chi ha esperienza.
Investimento iniziale. Per iniziare un allevamento di lumache all’aperto serve per prima cosa il terreno. Bisogna comprare il materiale per le recinzioni (reti per lumache e pali). Per coltivare servono alcuni attrezzi agricoli di base, come vanghe, zappe, badili. Se si alleva su una bella superficie non si può pensare di lavorare la terra tutta manualmente, è utile un motocoltivatore. Occorre un decespugliatore per tener sotto controllo le erbacce ai bordi. Bisogna ovviamente acquistare le prime lumache, ovvero i riproduttori. Servono contenitori, un magazzino e celle frigorifere per conservare le lumache raccolte per la vendita. Ci sono poi i costi di confezionamento, marketing e burocrazia. L’elicicoltura non è più costosa di molte altre attività ma comporta un costo iniziale. Consiglio investire quando si ha un minimo di consapevolezza e progettualità.
Quanto rende l’elicicoltura. Il guadagno dell’allevamento di lumache, come ogni attività agricola, è molto variabile: impossibile quantificarlo senza conoscere tutti i fattori. Un punto cruciale che determina il rendimento dell’attività è la commercializzazione. Chi riesce ad arrivare al cliente finale con un prodotto finito (caviale di lumaca, carne, creme di bava) massimizza i guadagni, ma la vendita richiedete tempo ed energie, in alternativa ci si può rivolgere a rivenditori, negozi di alimentari, ristorazione, ovviamente si guadagna un po’ meno a fronte di un minore impegno di marketing. Chi vuole invece non pensare alla fase di vendita può rivolgersi a consorzi o grossisti, ma nel farlo rinuncia a una bella fetta di rendita.